A rilevarlo è l’Ismea secondo una cui indagine, svolta su un campione di duemila intervistati tra Roma e Milano, diversi sono gli aspetti che devono assolutamente caratterizzare una autentica struttura di agriturismo: tra questi il principale è che la struttura deve essere immersa nel verde e nella natura in una zona piacevole e tranquilla. Inoltre le strutture devono conservare la rusticità della campagna e non essere riadattamenti.
La possibilità di partecipare alla vita agricola dell’azienda è un prerequisito fondamentale secondo la ricerca. Gli aspetti che invece possono giocare un ruolo negativo in un agriturismo, fanno soprattutto riferimento al desiderio che la vacanza agrituristica non si omologhi a una vacanza convenzionale. Secondo l’indagine il 31% degli italiani avrebbe pernottato almeno una volta, nel corso della vita, in una struttura agrituristica e la presenza di bambini in famiglia, e secondariamente di ragazzi, sarebbe uno stimolo importante nella scelta di soggiornare in un agriturismo. C’è poi chi ancora non ha mai pernottato in agriturismo: i motivi principali sarebbero da ravvisare nella mancanza di occasione e nella preferenza ad altri tipi di vacanza. In riferimento all’ultimo soggiorno effettuato, il numero di notti trascorse si colloca intorno a 2,9 notti, con una forte concentrazione di risposte sulle modalità “una” e “due”. In altri termini, si riscontra una forte prevalenza di visite brevi, senz’altro più brevi rispetto a quanto si vorrebbe fare. La durata ideale è infatti di poco inferiore a 5 notti, ossia il 70% in più della durata effettiva. Cosa chiedono gli “agrituristi”? Il 65% degli agrituristi chiede se c’è copertura per i cellulari. Fondamentali la tv e la piscina. Anche i servizi relativi all’area benessere hanno fatto rilevare un 38% di pareri positivi, contro circa un 25% di opinioni contrarie. I primi sono stati espressi in maggior misura da donne e da soggetti giovani. Tuttavia per agriturismo.it il 49,5% degli italiani ha segnalato nella propria esperienza un’offerta lontana dal proprio modello tradizionale e per il 33,4% prodotti poco legati al territorio.